Valutazione € 14.000 - 18.000
In asta: 26 Ottobre 2016 ore 15:30
"Barbara Belgiojoso d'Adda" e "Antonio Barbiano di Belgiojoso". Coppia di mezzi busti in gesso (h. cm 86,5 e 82,5) Su basi quadrangolari in parte scanalate, con applicazioni di foglie. La parte superiore con inscrizioni identificative dei due coniugi (difetti) Questi due monumentali gessi, caratterizzati da un'alta qualità esecutiva, sono i calchi in gesso, corredati delle relative basi con le belle iscrizioni epigrafiche in latino, dei ritratti in marmo eseguiti nel 1769 da Carlo Maria Giudici ai due coniugi Barbara Elisabetta d'Adda e Antonio Barbiano di Belgiojoso (nella collezione di Franco Maria Ricci sono stati pubblicati in occasione della rassegna Il Neoclassicismo in Italia da Tiepolo a Canova, catalogo della mostra a cura di F. Mazzocca, E, Colle, A. Morandotti, Milano, Palazzo Reale, Skira editore, 2002, p. 507; si veda poi la scheda di S. Zanuso in La collezione di Franco Maria Ricci editore e bibliofilo, catalogo della mostra a cura di L. Casalis e G. Godi, Parma, Graiche Step Editrice, 2004, pp. 230-231), l'antichissima e illustre famiglia milanese che, grazie soprattutto all'impegno del successore il figlio Alberico XII sposato a Anna Ricciarda d'Este, sarà protagonista del Neoclassicismo a Milano. Si deve a quest'ultimo la realizzazione tra il 1772 e 1781, su progetto di Giuseppe Piermarini, dell'imponente Palazzo Belgiojoso d'Este, il più importante cantiere della Milano neoclassica dopo quello di Palazzo Reale (si veda F. Mazzocca, A. Morandotti e E. Colle, Milano Neoclassica, Milano, Longanesi & C., 2001, pp. 219-239). In questa occasione fu affidata proprio a Giudici, che si qualificava così come un artista di famiglia, l'esecuzione dei due bassorilievi celebrativi per la facciata con temi ispirati alla storia romana. I due busti, che sono da considerarsi i capolavori del Giudici scultore e tra le opere più interessanti realizzate a Milano in quegli anni, appaiono ancora pervasi da un gusto barocco basato su un linguaggio plastico molto dinamico. Infatti le figure, impostate con abile e suggestiva teatralità, conservano una carica naturalistica e un'incisività fisiognomica, poi molto sfumate nella successiva idealizzazione neoclassica. Mentre nella trattazione delle ricche pieghe dei mantelli che avvolgono i due busti e nei dettagli del costume ritroviamo un virtuosismo straordinario che conferma l'alta professionalità di Giudici, che fu un vero protagonista nel paesaggio della vecchia civiltà rococò alle nuove istanze del Neoclassicismo. Soprattutto scultore, e come tale ha lavorato con grande impegno nel cantiere del Duomo di Milano a partire dal 1756, ma anche apprezzato pittore e architetto, dopo il fondamentale soggiorno a Roma nel 1751, fu titolare di un'importante accademia privata in cui si formarono molti artisti che saranno poi protagonisti del Neoclassicismo, come lo scultore Gaetano Monti e in particolare Andrea Appiani che sarà sempre riconoscente al suo vecchio maestro per averlo introdotto alle istanze dell'incipiente riforma neoclassica attuata a Roma da Anton Raphael Mengs (G. Stolfi, Giudici, Carlo Maria, in Dizionario Biografico degli Italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, vol.56, 2001, pp. 660-663). Le qualità esecutive che caratterizzano i due busti in marmo della collezione Ricci, realizzati per il castello di Belgiojoso dove erano conservati in origine, si ritrovano nei due calchi che furono collocati in epoca imprecisata in cima allo scalone principale del castello stesso. La rifinitura e la raffinata patinatura della superficie rende questi gessi delle opere davvero uniche nel loro genere. Milano 12 febbario 2009 Prof. Fernando Mazzocca
Valutazione € 14.000 - 18.000